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La grande bancarotta per i causalisti si verifica quando vengono scoperti i cosiddetti -elementi soggettivi dell ingiusto-, che preferiamo chiamarli elementi soggettivi di tipo penale. Quando studiamo nella parte speciale la struttura del -furto- del reato, la consideriamo come la sottrazione fraudolenta di una cosa aliena allo scopo di appropriazione, questo è un elemento soggettivo del tipo di -furto- che i causalisti non possono negare e che ci consente di differenziare la sottrazione della cosa con l intenzione di usarla, come quando si va in bicicletta, senza lo spirito di appropriazione.
Nel primo caso esiste un reato perché esiste un elemento soggettivo (umore), che consente di considerare il comportamento come tipico, nel secondo caso non vi è alcun reato di furto perché manca l elemento soggettivo del tipo, lo spirito di appropriazione.
In un altro tipo di reato come quello di un attacco contro la modestia (o l abuso disonesto), è l elemento soggettivo del tipo, l intenzione libidinosa o lasciva del soggetto, che consente di adattare il comportamento nell ipotesi penale; Al contrario, sensu, lo stesso gesto fisico di approccio può essere un espressione di purezza di quando un bambino viene baciato senza alcuna morbosa intenzione.
Per i causalisti di MM è sembrata la soluzione considerare questi casi in cui gli elementi soggettivi del tipo (elementi soggettivi dell ingiusto, secondo la legge ..) sono presentati in modo incontrovertibile, come eccezioni alla regola.
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Sicuramente è nello studio del tentativo, un vero dispositivo di estensione di tipo penale, dove è radicata la dottrina dell azione finalista, perché appare con evidente evidenziare l intento come parte della struttura del tipo penale (elemento soggettivo) accanto al umore o elementi di tendenza. Se non viene seguita la risoluzione della volontà dell autore, l intenzione come sinonimo di intento, come si potrebbe certamente dire, che tipo di penale ci viene presentato Di fronte all atto di sparare un colpo, solo guardando il processo causale esterno non sappiamo se il L intenzione è stata quella di sparare per uccidere, ferire o è un caso di abuso di armi.
È l intento come parte della struttura del tipo penale - di cui è un elemento soggettivo - che rende possibile determinare la T, più se l intento appartiene al tipo nel tentativo - che i causalisti non possono negare - perché dovrebbe essere cambiato di posizione di fronte al reato consumato, cosa affermano i tradizionalisti con le parole della legge affermiamo -come potrebbe dipendere dal fatto che il tiro colpisca il bersaglio o meno, se l intento sia un elemento dell ingiusto o di colpa -.
Poiché è davvero l intenzione o l intenzione un elemento soggettivo nel tentativo, questo ci consente di dire che stiamo affrontando un tentativo di omicidio o meno. Se questo è vero, perché dovremmo cambiare la posizione dell intento quando non si tratta del tentato omicidio, ma di questo tipo di reato? Come abbiamo detto nelle righe precedenti, è assurdo ammettere il tentativo come elemento del tipo nell intento, e negare che luogo nel reato commesso. MM intende sostenere che lo spirito di appropriazione (nel furto) è un elemento soggettivo dell ingiusto mentre l azione è nella fase del tentativo, ma cessa di esistere quando il reato è compiuto, quindi la risoluzione penale (intento) sarebbe nel tentativo un elemento soggettivo dell ingiusto (del tipo penale che diciamo) ma non nel reato consumato. Il profitto (appropriazione) è un elemento soggettivo nel tentativo di rapina, ma cesserà di avere quella posizione quando il furto viene compiuto.
Non sono mancati coloro che sostengono che nel reato consumato la svalutazione del risultato è sufficiente per il processo di illegalità e che è richiesto solo nel tentativo l elemento soggettivo del tipo, dato che manca la svalutazione del risultato.
Pertanto, siamo a favore dell affermazione che oggi l intento deve essere studiato come un elemento soggettivo del tipo (o dell ingiusto), l intento essendo un elemento anche configuratore dell azione come evidenziato dalla dottrina finalista, non solo nel caso del tentativo ma anche quando si tratta del reato commesso. Non troviamo validi motivi per ruotare lo studio della frode nella struttura del tentativo e del reato commesso.