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Nella legge ita, la -clausola di doppia esposizione- tende a essere considerata applicabile in termini uguali in entrambi i contesti. Nella tradizione del diritto europeo-continentale, d altra parte, il divieto di punizioni multiple nel contesto intra-procedurale è reso operativo attraverso le regole sull unità di azione e le controversie sulla criminalità, senza coincidere nella sua estensione con l insieme delle garanzie procedurali associato alla cosa giudicata e al contenzioso sulla pendenza. Come verrà mostrato di seguito, questa è anche la soluzione riconoscibile nel diritto penale. Pertanto, è essenziale differenziare sistematicamente i molteplici significati che possono essere attribuiti a questa espressione generica e quindi esaminare quali sono i termini in base ai quali la legge, in ciascun contesto, articola i diversi tipi di prescrizione di bis in idem. Il punto di partenza a questo proposito è costituito dal già tradizionale contr l istituzione di un concetto di diritto penale sostanziale (in seguito: -concetto di fatto giuridico-penale-) e di un concetto di diritto procedurale penale (in seguito: -concetto di fatto procedurale-).

In sostanza, ciò che appare qui è la constatazione che il concetto di fatto giuridico-penale non deve necessariamente coincidere con il concetto di fatto che approva le regole che istituiscono e regolano il processo penale. E ciò deriva dall adozione di un punto di vista funzionale: nella misura in cui le funzioni svolte dal diritto penale (sostanziale) e dal diritto processuale penale non sono identiche, è del tutto possibile che, come categoria dell una e dell altra Nel campo giuridico, il concetto di fatto presenta un contenuto diverso, a seconda dei casi.

Quanto sopra è ancora banale. L importante è combinare questa considerazione banale con la considerazione meno banale che le funzioni svolte dal diritto processuale penale possano essere intese solo come funzioni secondarie, in riferimento al loro contributo allo svolgimento delle funzioni (primarie) attribuibili al diritto penale. Il che si basa sull idea che il diritto penale è attuato attraverso il diritto processuale penale.

E mentre questa proposta continua a rappresentare un luogo comune, si può trarne una base per stabilire una relazione prioritaria tra la definizione del concetto giuridico penale e la definizione del concetto procedurale fattuale. Senza che sia pertinente qui fermarsi nei dettagli e assumere la prospettiva di una teoria della punizione espressiva o comunicativa, si può sostenere che la funzione del diritto penale è identificata con il ripristino simbolico della validità delle norme fondamentali per la convivenza sociale, legittimata in attenzione al principio di protezione dei beni legali, attraverso l istituzionalizzazione dell irrogazione di un certo male come risposta legale che esprime disapprovazione per l imputabile violazione di una (o più) di queste norme. Pertanto, il conflitto che determina l orizzonte di funzionamento del diritto penale corrisponde al conflitto che rappresenta la violazione imputabile di una norma simile contro l affermazione (statale) di validità diffusa di quella stessa regola. Ma la fiducia generalizzata nella validità di tale norma può già essere influenzata dal sospetto che sia stata infranta.

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Ne consegue, quindi, che l orizzonte di funzionamento del diritto processuale penale è costituito dal sospetto, e quindi dall incertezza sul fatto che si sia verificata una violazione del genere attribuibile a una norma, vale a dire la commissione di un reato. In questo modo, il processo cerca di superare questa incertezza, confutando il sospetto o confermandolo; e solo in quest ultimo è opportuno, mediante la pronuncia della corrispondente sentenza Cnatoria, l imposizione della corrispondente sanzione penale. Il modo in cui il funzionamento del diritto procedurale contribuisce alla realizzazione della funzione del diritto penale, sotto quell orizzonte di sospetto, ammette di essere suddiviso in una tripartizione di funzioni: una funzione di verità, una funzione di giustizia formale e una funzione di certezza legale.

La funzione della verità riguarda il problema dell establishment, in quanto -questione storica-, dell esistenza della violazione imputabile della norma che afferma di essere attribuita proceduralmente a una persona; la funzione di giustizia formale, d altra parte, incide sul problema di definire la forma della procedura attraverso la quale si può ottenere la risoluzione imparziale del sospetto di aver commesso un reato; e la funzione della certezza del diritto, infine, è collegata alla necessità del conflitto procedurale, costituito dall incertezza sull efficacia della commissione del reato (eventuale), da risolvere definitivamente.

Poiché queste funzioni possono essere trovate in relazione alla tensione reciproca, la struttura del processo penale riflette una serie di meccanismi di protezione, che esprimono -soluzioni di compromesso-. Per fare un esempio: nella natura più eccezionale della sfida di un giudizio finale, che in quanto tale MM, J: -La pena come punizione-, Studi pubblici, pagg. ss. , ss. , con ulteriori riferimenti. Il principio del ne bis in idem nel diritto penale richiede già la forza della res judicata, attraverso un rimedio di revisione, esprime la soluzione di un potenziale conflitto tra la funzione della verità e la funzione della certezza del diritto che il processo deve svolgere . In ciò che è interessante qui, quanto precede si traduce, anche ai sensi della legge, in quanto il concetto procedurale in realtà, in contrasto con il concetto giuridico penale in realtà, mostra una portata maggiore, a causa delle condizioni meno esigenti per l riconoscimento di un singolo fatto in senso procedurale.