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L errore di confondere lo scopo con l unica volontarietà deve essere superato, non solo l attività di volontariato indifferente alle conseguenze (fini) che l autore voleva. Se l intenzione è di comprendere l azione nella sua essenza, al di là della semplice volontarietà, si deve fare riferimento a un certo risultato desiderato. Pertanto, l atto volontario di iniezione è definitivo in termini di iniezione, ma non in termini di morte. Come sottolinea WW, -il riferimento a determinate conseguenze desiderate è essenziale allo scopo; senza di essa è solo la volontà, che è incapace di caratterizzare un azione di un determinato contenuto-.
L azione finale si verifica non solo nel caso in cui il risultato fosse la fine della condotta volontaria, ma anche quando era il mezzo per un ulteriore scopo o se era un effetto concomitante compreso dalla volontà di realizzare.
L intento è una specie di volontà finale, l intento conseguente come elemento dell azione è parte integrante dell azione tipica perché è composta da elementi esterni o oggettivi e da umore o elementi soggettivi, non possiamo escludere l intento del tipo e spostarlo in colpa perché ciò spezzerebbe la struttura del tipo che è unitario. Se l intento non viene studiato all interno della conformazione soggettiva del tipo, gli altri elementi soggettivi come le intenzioni e le tendenze apparirebbero senza alcun supporto, e oggi i causalisti non discutono della presenza di elementi soggettivi del tipo, che inizialmente furono negati dal creatore di BB di La teoria di T, più i causalisti sono riluttanti ad ammettere la frode come contenuto dell azione tipica.
I causalisti non possono spiegare in modo soddisfacente i reati colpevoli, perché la parte essenziale dell atto illecito non è il risultato causato da un atto volontario, ma l azione difettosa, e sebbene a nostro giudizio la svalutazione del risultato non possa essere riconosciuta, è la svalutazione dell azione. Quindi per es. Due soggetti guidano i veicoli degli autori e si scontrano, anche se è vero che l incidente risponde a un atto volontario e finalista - quello della guida -, sarà necessario esaminare nella situazione specifica se l azione di entrambi i conducenti nel modo di guidare corrispondeva alle cure necessarie in il traffico, in modo che il comportamento di chi non rispetta le cure necessarie nel traffico possa essere illegale, ovvero ci sarà un una contraddizione tra il comportamento richiesto (o previsto) e l azione finale compiuta nella realtà da un atto sconsiderato (mancanza di dovuta cura).
La determinazione di quale fosse il comportamento richiesto è un compito giudiziario, oltre a verificare il comportamento stabilito dall autore, dimostrando indispensabile per determinare il comportamento richiesto e, se è stato raggiunto, che un evento diretto dal sarà valutato e non un processo causale innescato da un atto volontario cieco o privo di scopo.
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Riteniamo che l azione del conducente che guidi con la dovuta cura sia legale nonostante la causa del risultato, ma tenendo conto degli scopi e del modo in cui intende raggiungere tali fini (questo è il mezzo appropriato in base alla condotta richiesta). Non è solo la svalutazione del risultato, ma la svalutazione dell azione, alla quale si deve aggiungere la prima.
Di fronte al progresso del finalismo, non ci sono stati causalisti che provano a ripensare la posizione tradizionale che hanno mantenuto, esprimendo che anche con riferimento alla volontà, si afferma che l azione è diretta dalla volontà, dispensando solo con la rappresentazione degli scopi di questa direzione , ma quanto sopra è inammissibile e contraddittorio perché non è possibile rinunciare alla rappresentazione degli scopi di studio della direzione dell azione. Fa parte della rappresentazione degli scopi, dell anticipazione dello scopo ultimo dell azione, nonché dei vari atti che devono essere eseguiti per ottenere lo scopo.